LE VILLE NELLA STORIA VENETA
Il Vicentino vanta la presenza nel suo territorio di un notevole numero di ville residenziali costruite tra il ‘400 e l’800.
Il B&B Villa Curti, B&B storico in provincia di Vicenza, con parco secolare, giardino e piscina, ritiene interessante inserire nelle news alcune informazioni mirate a far comprendere, da un punto di vista storico, il motivo di questa diffusione e, soprattutto, il contesto storico–sociale in cui le ville sono state edificate.
In successive news saranno presentati itinerari che vi porteranno a conoscerle e ad ammirarle, la maggior parte solo all’esterno (molte sono private e abitate), alcune visitabili anche all’interno.
La cosiddetta “civiltà di Villa” inizia con l’espansione veneziana in terraferma. Il fenomeno è legato alle difficoltà incontrate dalla Repubblica Veneziana nel mantenere un predominio, fino ad allora quasi esclusivo, sui territori e isole legati al mare.
Le attenzioni si rivolgono quindi alla terraferma. Nel 1340 i veneziani occupano la Marca Trevigiana e, agli inizi del ‘400, completano l’espansione nelle altre province venete, a Brescia e Bergamo e infine nel Friuli.
Si tratta, in pratica, di un “investimento fondiario” da parte delle ricche famiglie patrizie.
E’ il periodo della “pax veneta”, che durerà fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte.
Le dimore (ville venete) diventano il fulcro economico, politico, urbanistico dei veneziani, che adottano anche la consuetudine di considerare le ville come luogo di villeggiatura dalla primavera all’autunno.Villa Curti a Sovizzo ne è un classico esempio.
La villa, quindi, oltre che fattore economico viene considerata anche luogo di riposo e di svago. Di conseguenza accanto a strutture legate all’attività, soprattutto agricola, si sviluppano spazi per le feste, arricchiti da sculture, pitture, affreschi che richiamano il lusso e la mondanità.
Anche oggi, in strutture come Villa Curti, la tradizione continua, in quanto esse rappresentano una splendida cornice per matrimoni, eventi, cene di gala.
I secoli precedenti erano stati caratterizzati da guerre e incursioni di eserciti nemici che vedevano il Veneto come terra di conquista.
Da qui la necessità di difendere la popolazione attraverso la costruzione di castelli e di palazzi fortificati. Testimonianze sono i castelli di Soave, Montecchio, Marostica, i palazzi fortificati di Thiene e Bassano, le mura di Verona, Vicenza, Cittadella, Treviso.
La popolazione trovava rifugio presso i castelli o nelle città e nei borghi fortificati.
Con l’avvento della dominazione veneziana, nel 1404, ha inizio un lungo periodo di pace.
Le campagne, ora sicure, si ripopolano. La nobiltà locale, costretta a soffocare, pena la confisca dei beni, l’innata indole guerriera, si trasferisce progressivamente in città, pur rimanendo molto legata alla terra, cui deve la ricchezza.
I nobili infatti individuano nel ripopolamento e riorganizzazione della campagna un mezzo di riaffermazione del proprio rango.
Anche i patrizi veneziani, dediti a lucrosi traffici con l’Oriente, si adattano alla nuova realtà, avviando commerci con l’entroterra e impegnando in questo ambito parte delle risorse economiche ottenute con i traffici marini.
La pace comporta una concentrazione degli interessi su condizioni di vita, risanamento delle città, lavori pubblici, controllo della rete idrica e stradale, bonifiche e riorganizzazione delle attività agricole.
Su questa base si fonda anche la logica dello stare in “villa”, che esalta un’ideologia di vita rustica incentrata sul possesso della terra e sull’esercizio della “santa agricoltura”, vista come la via da seguire per dare nuovo impulso alla Repubblica Veneziana.
Villa Curti, villa d’epoca del Vicentino, con la sua storia e la sua struttura permette proprio di comprendere l’evoluzione delle ville venete e il perfetto connubio tra vita nella villa patrizia e attività di campagna.